Un’intervista fatta dai bambini su L’università di Tuttomio

Da dove nasce l’idea che l’ha portata a scrivere “L’università di Tuttomio”?

L’università di Tuttomio è uscito ed è stato scritto lo stesso anno in cui ho scritto IL MAESTRO, albo illustrato che racconta la scuola di Barbiana di Don Lorenzo Milani. Questi due libri parlano dello tesso argomento e nascono dalle mie riflessioni sul tema dell’educare e dell’educarsi, da ciò che vedo accadere nelle scuole che frequento, dall’esperienza che ho avuto con i miei figli a scuola. Credo che a scuola si giochi la partita più importante per il futuro di noi tutti e che sia fondamentale riflettere su che scuola vogliamo. Troppo spesso a scuola e nella vita i bambini e i ragazzi si trovano di fronte a genitori e insegnanti, ad educatori adulti maleducati che, senza rendersene conto, mandano avanti idee oramai tristemente diffuse che minano alla base la nostra capacità di stare insieme e di essere felici. Queste idee sono quelle che si insegnano all’Università di Tuttomio: l’esasperata competitività, il vincere da soli fregandosene dei compagni, il giudizio, l’etichettaemnto, l’idea che la felicità non venga dallo stare insieme e da una vita sensata, ma da ricchezza, successo, fama, e così via. I bambini spesso e volentieri hanno un grande senso della giustizia, colgono al volo l’insensatezza e, come Primo, vi si oppongono. In questo senso i bambini ci educano perché, prima che noi li roviniamo, sono nuovi nel mondo. Basterebbe imparare da loro, da voi. Questo racconta il libro.

Da dove ha tratto il carattere di Primo, il protagonista?

L’ho inventato, ma la lettura ha esempi eccellenti, partendo dai vangeli, dove Gesù è un bambino buono in un mondo corrotto, fino a l’idiota di Fëdor Dostoevskij o a Il Candido di Voltaire. Il super potere di Primo è quello di non vedere il male e quindi di non poterne essere ferito. Di più, egli è capace di individuare il grumo di dolore segreto che ha causato la cattiveria e la negatività di una persona e di dire una parola buona, una parola luminosa, una parola che cura, e che fluttuando invisibile nell’aria, va a colpire quel grumo e inizia a lavorarlo, ammorbidirlo, a far cambiare l’altro, a curarlo.

In quale personaggio si identifica maggiormente e perché?

Mi piacerebbe rispondere Primo, ma come si fa? Quando ho scritto L’Autobus di Rosa, che racconta la vicenda di Rosa Parks e del suo NO, ho raccontato anche la storia di un uomo che sull’autobus c’era e si era alzato per cedere il posto. Di più, aveva cercato di convincere Rosa ad alzarsi. Quell’uomo, oramai vecchio, cinquant’anni dopo o più, portava il nipote a vedere l’autobus di Rosa in un museo, confessava la sua cecità, chiedeva scusa. Ecco io sono quel nonno, non certo Rosa, sarebbe presuntuoso. E quindi non sono Primo, né il buon Trotter, semmai sono, siamo tutti, un pochino Mc Pear alle volte, e spero sempre che qualcuno mi abbracci e mi faccia diventare il Preside Pera rammentandomi le cose importanti.

Perchè ha voluto che Mr. Taccagn non mutasse il suo comportamento, a differenza del Preside McPear, che lui ha sempre seguito?

Perché la Storia ci insegna che sono sempre figure come quelle di Mr Taccagn, i consiglieri, ad essere “più realisti del re”, non è mai il re, che alla fine arriva ad accettare la sconfitta o a cambiare idea. Ma non cambiano idea coloro che, come Mr Taccagn, hanno dato tutto per quell’idea e si sentono traditi dal re stesso. È un dato di fatto, insomma. E poi per scrivere le storie ci vogliono dei cattivi assoluti, che non cambiano, degli antagonisti duri e puri. Anche perché, la storia ci insegna anche che quelli come Primo, pensate a Gesù, a Martin Luther King e così via, rischiano sempre di essere uccisi da chi non sopporta l’idea che si possa essere migliori.

Perchè ha sentito il bisogno di scrivere un libro che trasmettesse il messaggio dell’amore dei genitori verso i figli?

Io credo che nella nostra società, la capacità di amare altri sia sempre più compromessa. Mr Gregor e Katiuscia non sanno amare, sarà Primo ad insegnarglielo. Ad insegnare loro che un bacio e un abbraccio non hanno prezzo, ma non perché non valgano nulla, bensì perché non si possono comperare. L’amore non si può comperare, l’altro non è una cosa, una funzione, un erede, e non si può possedere. Eppure ogni giorno assistiamo a casi di amanti e mariti che picchiano e uccidono perché non sopportano l’idea che la persona che dicono di amare non voglia più stare con loro. Vediamo genitori che non sanno lasciare liberi i propri figli, lasciarli andare. L’amore non ha niente a che fare con il possedere, con il comandare, con lo strattonare il guinzaglio. L’amore ha a che fare con la nostra capacità di amare l’altro nelle sue differenze e trasformazioni e di lasciarlo libero di essere altro da noi, con o senza di noi. A a che fare con la nostra capacità di accettare il rischio della perdita. È sempre più difficile, ma anche sempre più necessario. Occorre saper dare più autonomia e libertà ai bambini e ai nostri figli, più fiducia, e occorre assumersi il rischio di ciò che saranno.

Pensa che ci sia la possibilità che venga scritta una continuazione del libro? Se sì, come? (Noi le consigliamo di far uscire Mr. Taccagn di prigione e di farlo riaffrontare Primo e di far sposare Violet Belfagor e Trotter )

Beh, la vostra idea è fantastica, davvero. Ma credo che sia bella proprio perché il libro lascia al lettore immaginare dove andranno e cosa diventeranno i ragazzini che camminano nella neve nelle pagine finali. Ragazzini costretti ad avere giudizio anche per gli adulti, ad essere loro in qualche modo adulti, e che, finalmente possono, nel momento i cui gli adulti recuperano la ragione (addirittura esagerando un po’) essere finalmente liberi di essere bambini. A settembre però uscirà il primo volume di una piccola trilogia dove ci sarà un altro personaggio interessante, che un po’ ricorda Primo: Orcobello, e allora, con un archetto bellissimo in una città di orchi orribili in cui i valori estetici sono invertiti, ne vedrete davvero delle belle se vorrete. Grazie e un grande abbraccio a tutti voi e alla vostra straordinaria maestra Laura Giannetta!